Biografia di Piero Manzoni - 1960
1960
Il secondo ed ultimo numero della rivista "Azimuth"
(in cui compare il saggio di Manzoni "Libera dimensione")
viene pubblicato in occasione della mostra "La nuova concezione
artistica" (Galleria Azimut, Milano, 4 gennaio – 1 febbraio;
con lavori di Kilian Breier, Enrico Castellani, Oskar Holweck, Yves
Klein, Heinz Mack, Piero Manzoni, Almir Mavignier).
"Libera dimensione", uno degli scritti più lucidi di Piero Manzoni, sarà tradotto e pubblicato di lì a poco nel catalogo di "Monochrome Malerei", la mostra curata da Kultermann (Leverkusen, marzo), dedicata alla genesi e allo sviluppo della monocramia.
Manzoni intreccia una fitta rete di rapporti internazionali.
E’ presente con una delle sue Linee
alla mostra "Miriorama 1" (Galleria Pater, Milano, 15-17
gennaio), dove i membri del Gruppo T si mostrano insieme per la
prima volta. Espone con Castellani alla New Vision Centre Gallery
di Londra ("Castellani Manzoni. A New Artistic Conception",
1-19 marzo). Partecipa alla mostra organizzata da Udo Kultermann
a Leverkusen ("Monochrome Malerai", Städtisches
Museum, 18 marzo – 8 maggio).
Assieme a Biasi, Castellani, Mack e Massironi, Piero Manzoni espone
a Padova, al Circolo del Pozzetto (aprile). In maggio prende
parte all’esposizione "Contemporary Italian Art",
all’Illinois Institute of Design di Chicago (9–20 maggio).
Il 3 maggio i primi Corpi
d’aria vengono presentati alla Galleria Azimut ("Corpi
d’aria di Piero Manzoni", 3-9 maggio). In giugno sono esposti anche alla Galleria Køpcke di Copenaghen (dove è allestita la mostra "Manzoni",
10 giugno–1 luglio), insieme ad Achrome, Linee e Uova. Qui Manzoni firma per la prima volta delle
uova con l’impronta del pollice.
Il 4 luglio (tra le 16 e le 18.55), Manzoni realizza in una tipografia
di Herning, in Danimarca, la più lunga delle sue Linee:
la Linea
m.7.200; presto seguita dalla Linea
di lunghezza infinita.
Alle 7 di sera del 21 luglio 1960, a Milano, si svolge una delle performance
più famose di Piero Manzoni: la Consumazione
dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte.
Una cerimonia rituale dove alcune uova sode firmate
dall’artista sono consumate
sul posto dal pubblico.
Secondo la testimonianza di Giampaolo Macentelli
(citata in Freddy Battino – Luca Palazzoli, "Piero Manzoni,
Catalogue Raisonné", Milano, p.105), l’evento non ebbe
luogo nella Galleria Azimut (dove era stato annunciato quale ultimo evento espositivo per quella sede), ma in uno
studio cinematografico (Filmgiornale SEDI), e venne documentato in cortometraggio.