Biografia
Questa biografia, ricostruita tramite lo studio e la ricerca di documenti e testimonianze, ripercorre le tappe principali della vita di Piero Manzoni ed è curata da Flaminio Gualdoni.
Per maggiori approfondimenti: F. Gualdoni, Piero Manzoni. Vita d’artista, Johan & Levi Editore, Monza, 2013.
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1933 ORIGINI
Piero Manzoni nasce a Soncino, Cremona, il 13 luglio 1933.
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1938 INFANZIA
L’infanzia trascorre in alcuni luoghi-chiave. Il primo è la villa di campagna di Soprazocco, acquistata nel 1903 dal nonno Piero Meroni. Frazione del comune di Gavardo, Soprazocco è in provincia di Brescia, all’imboccatura della Valle Sabbia, non lontano dal lago di Garda e da quello d’Idro. Insieme ai fratelli minori Maria Melania detta Mariuccia, nata nel 1937 (muore nel 2013), Elena, 1939, Giacomo, 1940, e Giuseppe, 1946, Piero vi trascorre gran parte delle vacanze estive.
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1950 GIOVINEZZA
Frequenta sia le scuole medie sia il liceo classico all’istituto cattolico Leone XIII, si appassiona alla fantascienza e alla narrativa poliziesca, ascolta musica classica e jazz, e dal 1950 prende lezioni private di pittura da cui apprende i primi rudimenti tecnici: avrà, in seguito, anche un brevissimo passaggio alla scuola libera del nudo dell’Accademia di Brera.
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1955 UNIVERSITÀ
Richiesta di Piero Manzoni al Magnifico Rettore dell’Università di Roma per l’ammissione a cinque esami, 5 settembre 1955
Nel 1955 Manzoni si trasferisce a Roma, dove si iscrive al corso di laurea in Filosofia, e a fine anno passa all’Università degli Studi di Milano.
Inizia a frequentare stabilmente l’ambiente artistico milanese.
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1956 PRIMI PASSI NEL MONDO DELL’ARTE
Con Sordini e Verga debutta l’11 agosto 1956 alla “4ª Fiera di Soncino” al Castello Sforzesco della cittadina, una sezione della quale è la “4ª Fiera Mercato. Mostra d’Arte Contemporanea”.
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1957 PRIME MOSTRE COLLETTIVE
Invito alla mostra “Baj, Dangelo, D’Arena, Fontana, Gracco, Manzoni, Munari, Orsenigo, Pomodoro”, Galerie 17, Monaco di Baviera, 1957
Manzoni è presente il 15 gennaio a una mostra collettiva con Fontana, Baj, Dangelo, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro e altri, organizzata da Luca Scacchi Gracco alla Galerie 17 di Monaco di Baviera.
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1957 PRIMI MANIFESTI TEORICI
Manzoni, il quale ora dispone di uno studio in via Montebello, è impegnato nella redazione di testi teorici sempre più ambiziosi che pubblicherà quest’anno, e in occasione della mostra alla Pater del manifesto a stampa L’arte non è vera creazione…, firmato anche da Sordini e Verga.
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1957 ALBISOLA MARINA E CONTRO LO STILE
Il 1° agosto diffonde il manifesto Albisola Marina, edito in occasione di una collettiva nella cittadina ligure, firmato ancora con Biasi, Colucci, Sordini e Verga.
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1957 PRIMA MOSTRA PERSONALE
Le prime tappe del suo percorso di individuazione sono la piccola personale che Manzoni inaugura il 23 ottobre nel foyer del Teatro alle Maschere e quella che inaugura il 3 dicembre alla Galleria del Corriere della Provincia di Como, occasione in cui pubblica lo scritto più compiuto e meditato di questa stagione di attivismo, Prolegomeni a un’attività artistica.
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1958 “ALLIBITE SUPERFICI DI BIANCO ASSOLUTO”
La mostra “Fontana Baj Manzoni” si inaugura il 4 gennaio alla Galleria Bergamo di Bergamo, e passa il 23 marzo alla Galleria del Circolo di Cultura di Bologna. Il testo introduttivo è di Luciano Anceschi, grande studioso di estetica e fondatore due anni prima della rivista d’avanguardia “Il Verri”.
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1958 “IL CAOLINO”
La divaricazione con l’area nucleare si fa definitiva, ma non brusca: il 27 maggio Manzoni espone ancora in “L’Avanguardia” alla Galleria Montenapoleone di Milano con Fontana, Baj e precedenti dell’avanguardia storica come Francis Picabia e Antonio Sant’Elia, e in settembre firma come redattore, insieme a Baj e Dangelo, il numero 3 della rivista “Il Gesto”.
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1958 IL GRUPPO ZERO OLANDESE
Il 26 luglio Manzoni parte per Rotterdam, dove stringe amicizia con Gust Romijn, artista dai trascorsi CoBrA, e Hans Sonnenberg, mercante e anima del futuro Zero-groep olandese, entrando in contatto anche con Jan J. Schoonhoven e più avanti con Henk Peeters, i quali nel 1960 fonderanno la Nul-beweging.
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1959 ZERO TEDESCO
Il rapporto con Sonnenberg porta il 1° luglio alla sua partecipazione alla mostra “Zero” del gruppo olandese al Rotterdamsche Kunstkring (la mostra sarà anche il 12 settembre alla G-58 Hessenhuis di Anversa e il 24 ottobre alla Galleria Appia Antica, Roma). Pochi giorni dopo, per il tramite di Heinz Mack e Otto Piene, fondatori invece del gruppo ZERO tedesco conosciuti grazie a Peeters, prende parte a “Dynamo 1” alla Galerie Boukes di Wiesbaden.
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1959 NUOVI SVILUPPI
Che Bonalumi e Castellani siano i nuovi compagni di strada prescelti è reso evidente dalle mostre “Bonalumi Castellani Manzoni” al Prisma, 16 febbraio, e alla Galleria Appia Antica di Roma, 3 aprile, quest’ultima introdotta dall’amico poeta Leo Paolazzi, che in seguito userà il nom de plume Antonio Porta.
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1959 AZIMUT E AZIMUTH
Mentre l’8 settembre una nuova edizione di “Bonalumi Castellani Manzoni” è presentata alla Galerie Kasper di Losanna, che edita anche la rivista “Art actuel international”, il 3 settembre viene dato l’annuncio ufficiale della nascita a Milano della rivista “Azimuth”, a cura Manzoni e Castellani.
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1960 LA NUOVA CONCEZIONE ARTISTICA
Il 4 gennaio alla galleria Azimut si inaugura la mostra collettiva “La nuova concezione artistica” (oltre a Castellani e Manzoni espongono Klein, Mack, Kilian Breier, Oskar Holweck, Almir Mavignier), accompagnata di lì a poco dal secondo - e ultimo - numero di “Azimuth”.
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1960 ULTIME ESPOSIZIONI DA AZIMUT
Piero Manzoni durante le riprese del cortometraggio sulle Uova scultura, presso lo studio del film giornale SEDI, Milano, 1960
Complessivamente Manzoni espone da Azimut, oltre che in mostre collettive (22 dicembre 1959, 4 gennaio e 25 maggio 1960), in tre mostre personali.
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1960 AZIMUTH 2
In “Azimuth” i diversi testi sono variamente in italiano, francese, inglese e tedesco, a indicare l’orizzonte internazionale su cui la mostra alla galleria Azimut si propone di incidere. Manzoni pubblica un nuovo testo teorico, il primo dopo quasi due anni, che ha per titolo Libera dimensione.
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1960 ECO INTERNAZIONALE
L’impatto internazionale è notevole: Libera dimensione viene tradotto in luglio in giapponese nel numero 7 di “The Geijutsu-Shincho”, rivista che ha già in precedenza dedicato un articolo a Manzoni; dopo un passaggio il 25 febbraio con Bonalumi, Castellani, Peters e altri in “Neue Malerei” alla Galerie des Kleintheater di Berna, con esponenti del gruppo Zero/Nul olandese, il 1° marzo il debutto londinese al New Vision Centre s’intitola “Castellani Manzoni. A new artistic conception”.
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1960 HERNING
Linea lunga 7200 metri, 4 luglio 1960, inchiostro su carta, cilindro di zinco ricoperto da fogli di piombo, 66 × ø 96 cm
Alla mostra da Køpcke entra in contatto con Aage Damgaard, industriale illuminato e mecenate appassionato titolare a Herning, giusto nel mezzo dello Jutland, della fabbrica di camicie Angli: questi gli mette a disposizione spazi, mezzi tecnici e personale per sperimentare liberamente.
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1960 MOSTRE IN ITALIA E NEL MONDO
In queste settimane si verifica anche una sorta di “non-mostra” in chiave pienamente dada, promossa dall’editore della rivista “Panderma” Carl Laszlo, che lascia traccia nel Manifesto contro niente per l’esposizione internazionale di niente, edito a Basilea: “Vendita di niente, numerato e firmato. La lista dei prezzi è a disposizione del pubblico. All’inaugurazione non prenderà la parola nessuno. Su questo catalogo non è riprodotto niente”. I firmatari sono Laszlo, Manzoni, Castellani, Mack, Piene e altri.
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1960 PROGETTI IMMEDIATI
Nella seconda metà dell’anno annuncia agli amici tedeschi, ormai definitivamente prediletti rispetto al raggruppamento olandese con il quale pure le collaborazioni non s’interrompono del tutto, alcuni Progetti immediati che verranno pubblicati sul numero 3 di “ZERO” nel luglio 1961.
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1961 SCULTURE VIVENTI
Piero Manzoni mentre firma una Scultura vivente, durante le riprese per il film giornale SEDI, Milano, 13 gennaio 1961
Il 13 gennaio 1961 organizza con Maccentelli una nuova azione, le Opere vive o Sculture viventi, in cui firma il basamento e il corpo di modelle in carne e ossa che vi posano come sculture. Omogenea a questa idea è quella di Base magica, un supporto collocandosi sul quale chiunque può essere considerato una scultura di Manzoni.
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1961 PROGETTI PRIMAVERILI
Josip Vaništa, esponente del gruppo d’avanguardia croato Gorgona, gli chiede progetti per l’omonima rivista, di taglio apertamente sperimentale. Accomunati dal titolo Tavole d’accertamento essi, rimasti allo stato di proposta, prevedono una sequenza di lettere maiuscole dell’alfabeto riprodotte iterativamente sino a occupare tutto lo spazio della pagina; una serie di impronte digitali di entrambe le mani, ognuna delle quali occupi una pagina; e una linea corrente di pagina in pagina per tutto il corpo della rivista.
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1961 LA MERDA D’ARTISTA
Proprio in maggio realizza Merda d’artista, in novanta esemplari, scatoletta per conserve del diametro di sei centimetri, sigillata, sui cui è apposta un’etichetta a stampa in cui si legge, in italiano, inglese, francese e tedesco, la scritta “Merda d’artista. Contenuto netto gr 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961”, il cui prezzo è fissato in trenta grammi d’oro.
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1961 SOCLE DU MONDE E ALTRO
A fine luglio, il 24, Manzoni realizza a Milano due Linee rispettivamente di mille e di millecentoquaranta metri, da racchiudere come la Linea lunga 7200 metri di Herning in contenitori metallici: le presenterà il 23 ottobre al “XII Premio Lissone” al Palazzo del Mobile di Lissone, in cui è accomunato a Bonalumi, Castellani e Dada Maino sotto la denominazione Gruppo Milano 61.
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1962 ZERO E NUL
Manzoni apre un nuovo studio in via Fiori Chiari 16 e conosce Nanda Vigo, con cui intreccia una relazione. La gravitazione principale di Manzoni è ora il gruppo ZERO tedesco, come testimonia il 13 gennaio la mostra “ZERO” alla Galerie Ad Libitum, Anversa.
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1962 PROGETTI EDITORIALI
Giungono a maturazione in questo periodo due notevoli progetti editoriali. L’editore Vanni Scheiwiller pubblica a Milano le 8 Tavole di accertamento, cartella con otto fotolitografie in sessanta esemplari, che conclude un percorso avviato già a fine anni ’50, con un testo di Agnetti.
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1962 ANCORA NUOVI MATERIALI
Negli Achromes di questo periodo la cellula visiva iterativa è costituita da veri e propri panini, le “michette” milanesi per l’esattezza. In altri utilizza ciottoli, oppure pallini di polistirolo espanso. Sempre, il bianco cala su tutto a uniformare, a desensibilizzare, a rendere tutto superficie presentissima ma straniata. Altri ancora sono pacchi in carta da giornale o da imballaggio sigillati con corda, piombo e ceralacca, come se fossero invii postali, presentati a coppie.
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